Il mare, la spiaggia, i pini marittimi, le vie con tanti locali e vetrine chic: questa è Milano Marittima, dove la vacanza è un’istituzione.
È conosciuta per essere allegra, frizzante e sempre un passo avanti,  ma non finisce qui: curata e piena di verde, questa località è un vero toccasana per chi vuole rigenerarsi, grazie soprattutto alla sua pineta, 210 ettari di silenzio, profumo di resina, cinguettio degli uccelli e scorci su ponticelli e canalini.Insomma, qui per la vostra vacanza non manca proprio niente, neanche un albergo dalla struttura insolita, a forma di torre rotonda, e pure sulla spiaggia, in una zona tranquilla a un passo dalla pineta.
Toh, ma è proprio il nostro, non potete sbagliare ;-)
Anche il nome non è di quelli classici da albergo che si sentono tutti i giorni.
Sapete perché si chiama così?
Torre Maura è un quartiere di Roma, città amata da chi l’hotel lo ha costruito con l’idea di offrire qualcosa di bello e accessibile a tutti. Un’idea che è piaciuta anche a noi.
Questa storia comincia nel 1972, quando Africo e Norma, con le figlie Laura ed Eleonora, prendono in gestione il Torremaura.
È l’inizio del sogno di un uomo, nostro padre, che amava raccontare come già negli anni ‘60 portasse Norma, ogni domenica in sella alla sua vespa, a visitare quella Milano Marittima che a lui piaceva tanto e che era ancora quasi solo pineta.

In quegli anni si fece strada l’idea di un’ospitalità vissuta in prima persona, dove i clienti diventano amici che tornano anno dopo anno per ritrovare quel calore e quei sapori genuini tipici della nostra terra.
Oggi, tante cose sono cambiate, al timone c’è Laura, le camere sono tutte nuove, ma anche se il tempo è passato, il principio rimane lo stesso: quando serviamo un cappuccino, prepariamo un letto, scriviamo una mail, sostituiamo una lampadina, lo facciamo come una grande famiglia, sempre pronta ad accogliere.
Perché per noi questo è più che ospitare e vogliamo che chi viene in vacanza qui si senta ospite a casa di amici, non turista, cliente o forestiero.
E quando lo salutiamo pensiamo già al momento del suo ritorno, proprio come facevano Africo e Norma.